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Aronauta © Fabrizio De Fabritiis/Emmetre Edizioni |
Ecco qua la pagina 21 di Aronauta che ho colorato un po' di tempo fa. Non so chi sia il disegnatore! Appena lo so, aggiornerò il post.
Here is episode 21 of Aronauta, which I colored some time ago. I don't know who the penciler is, I'll update the page as soon as I know.

Aronauta 21
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Pagina 18 di Bluejaye. Matite di Aurelio Mazzara.Cosa accidenti sta succedendo?! Per saperlo, compratelo quando uscirà! ;)
Page 18 from Bluejaye. Pencils by Aurelio Mazzara. What in the world is happening?! If you want to know, buy the comic when it's out!

Botte!
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Come sempre, dal blog di Mattia Bulgarelli.
This is the follow-up to Mattia Bulgarelli's research on Italian comic artists and whether they can, in the future, go into retirement... or not. More to follow.

Rieccoci alla mia indagine su fumetto e pensione.A presto con la prossima puntata!
Per cominciare, un'osservazione: i lavoratori del mondo del fumetto sono persone giovani e sveglie (gli editori sono un po' meno giovani), nessun dubbio, ma mancano di una preparazione specifica.
Non sono abituati, mediamente, ad affrontare il burocratese e difficilmente hanno fatto studi in materie giuridiche, economiche o simili.
Per questo, cercherò di essere chiaro: mandate un commento se qualcosa non è limpido, ok? Ok.
Iniziamo da alcuni concetti di base.
1) Premessa sul metodo.
Il tema delle pensioni è di enorme importanza nella vita di uno Stato, su questo non discuto.
Pur non essendo esperto nel campo del diritto previdenziale estero, so che, per esempio, nei paesi anglosassoni la pensione statale, dove esiste, esiste in forma decisamente ridotta, anche perché sono popoli comunque già abituati ad avere a che fare con la finanza.
Quale sistema è migliore per lo Stato di cui facciamo parte? Argomento spinoso e interessante, però...
...nel corso di questa indagine, però, parlerò di "diritto" nel senso di "con le norme vigenti oggi, che diritti/doveri ci sono?"
Il diritto "come dovrebbe essere", per quanto argomento importantissimo e politica in senso nobile, non sarà parte della mia indagine, per ora mi limiterò allo "stato delle cose oggi".
Il motivo è semplice: sennò non si finisce più, e lo scopo della ricerca è essere una guida pratica, con applicazioni immediate.
2) Cos'è "la pensione"?
L'INPS si occupa di oltre 15 tipi diversi di erogazioni di denaro, tutte con lo scopo di fornire un sostegno economico a chi ne ha diritto per legge, vuoi per anzianità, vuoi per condizioni di salute (es.: invalidità), o per altre caratteristiche.
Quelle che interessano a noi sono:
- Pensione di vecchiaia
- Pensione di anzianità
- Pensione supplementare (e relativi sottotipi)
- Assegno Sociale
Oltre a ciò, c'è il mondo delle c.d. "pensioni private", che sarebbe più corretto chiamare "previdenza complementare".
DISCLAIMER: la previdenza complementare è parte del mio LAVORO. Per quanto io sia in conflitto d'interessi sull'argomento, cercherò di distinguere BENE ciò che dice la legge dalle mie valutazioni personali. Se così non fosse, tiratemi le orecchie ed avrete ulteriori spiegazioni.
Nelle prossime puntate: cosa sono queste pensioni, come si fa ad averle, come vengono retribuiti i fumettisti e come il metodo con cui vengono pagati influisce sulle pensioni che avranno (che è poi il motivo per cui state leggendo tutta 'sta roba, no?).
This is the follow-up to Mattia Bulgarelli's research on Italian comic artists and whether they can, in the future, go into retirement... or not. More to follow.

Continua l'indagine sulla pensione dei fumettisti
Continua l'indagine di Mattia Bulgarelli sulla condizione dei lavoratori nel mondo del fumetto in Italia e sulla loro (scarsa, sembra...) prospettiva di ricevere, un giorno, una pensione.
Il post originale è qui. Rispondete al suo sondaggio e diffondetelo tra gli amici e conoscenti che lavorano nel mondo del fumetto, per favore.
New post about the world of comic in Italy and retirement rights, courtesy of Mattia Bulgarelli.
If any of your friends works in comics and lives in Italy, please make him/her read this post.

Il post originale è qui. Rispondete al suo sondaggio e diffondetelo tra gli amici e conoscenti che lavorano nel mondo del fumetto, per favore.
Come parte delle mie ricerche sul lavoro nel mondo del fumetto e dell'illustrazione, mi sono imbattuto in questa notizia del sito AFnews:
Sei un professionista del fumetto? Allora leggi qui!
La notizia è del 1/10/2010, un tre mesi fa scarsi, e fa riferimento ad un'indagine dell'IRES (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali, una "costola" della CGIL) sulle condizioni di lavoro.
Perciò, se lavorate nel mondo del fumetto e/o dell'illustrazione, un campo praticamente sconosciuto al legislatore, compilate il questionario indicato qui sotto, e chissà che, una voce alla volta, il disegnatore artistico non venga in qualche modo considerato.
Ah, il questionario ha anche un'utilità più diretta per voi: mettervi la pulce nell'orecchio su quante cose bisogna avere presente per fare un lavoro in modo serio e senza preoccupazioni legali.
Buona stesura!
New post about the world of comic in Italy and retirement rights, courtesy of Mattia Bulgarelli.
If any of your friends works in comics and lives in Italy, please make him/her read this post.

Hoffnung: Indagine fumetto e pensione
Post spudoratamente ripreso dal blog di Enry, visto che in Italia c'è la pessima abitudine di pensare che gli artisti vivano d'aria e d'aMMore, e che di conseguenza qualsiasi cosa gli chiederete la faranno aggratis. Tanto è un lavoro che non costa alcuno sforzo, fa tutto il computer, no? [/sarcasmo]
Edit: In data 20 gennaio il pagamento dovuto a Enry risulta essere accreditato. Evidentemente mettere allo scoperto questo tipo di comportamenti paga.
Once again, this post is mostly in Italian as it is about a peculiarly Italian situation. Italian editors and publishing houses seem to think that comic artists live off air and love, and therefore they can be paid late, for a part of the accorded price, or not at all. Nice, huh? I suppose anywhere else such people would end up with nobody working for them, but not in Italy. Go figure...
Have you had any similar experience, with a non-private commissioner (publishing house and such) not paying? Please share your thoughts.

Edit: In data 20 gennaio il pagamento dovuto a Enry risulta essere accreditato. Evidentemente mettere allo scoperto questo tipo di comportamenti paga.
Beh, meglio tardi che mai.La maggior parte di voi già sapranno tutto quanto, eppure voglio ugualmente parlare di questa mia esperienza, perché magari può essere utile a qualcuno. Ho in mente soprattutto i giovani fumettisti, che sono molto esposti a questo genere di tranelli. Ne approfitterò per un discorso più generale sul valore del lavoro del fumettista. Dovrò per forza nominare delle altre persone coinvolte, spero che comprenderanno. :)Come sapete, a giugno e a settembre 2009 uscirono due numeri di Mangaka, la rivista della Coniglio Editore che voleva provare a pubblicare degli autori di "manga occidentale", soprattutto italiani. Una lodevole iniziativa, in realtà già perdente in partenza per una serie di fattori: disomogeneità del target a cui la pubblicazione era destinata, prezzo troppo alto, fumetti troppo brevi, troppe "rubriche" a cui i lettori non erano interessati, limitata distribuzione anche nelle edicole delle grandi città e, ultima ma non ultima, una lunga tradizione di fallimenti delle riviste-contenitore nel nostro paese. Dopo appena due numeri, l'uscita di Mangaka venne interrotta. Questo è il triste finale della nostra storia. Ma ora torniamo all'inizio.Per il lancio della rivista furono contattati diversi autori di "manga italiano", tra cui ad esempio Massimo dall'Oglio (sceneggiato da Andrea Iovinelli), Federica di Meo e me medesima. A me era stato assicurato un compenso di 50 euro a tavola. Non sono al corrente del compenso che era stato promesso agli altri, ma so per certo che alla fine non ricevettero niente, esattamente come me. Dopo tanti mesi e numerose mail senza risposta o quasi, posso affermare per certo che la Coniglio Editore con noi ha chiuso così e non ha alcuna intenzione di pagare per il lavoro svolto, né ora né mai. Per assicurarmene, ho recentemente (si fa per dire) mandato una ennesima mail direttamente a Francesco Coniglio; mail che, come previsto, non è stata seguita da alcuna risposta.Il problema, cari aspiranti (ma anche affermati, purtroppo) fumettisti, è che il nostro è considerato un non-lavoro. Il fatto che gli editori ci campino, sulle tavole che noi disegnamo, non ha alcuna importanza. Perché se perdono un disegnatore, ne avranno subito un intero esercito pronto anche a lavorare gratis, all'occasione. La stampa si deve pagare. La distribuzione si deve pagare. Pagare l'autore, invece, è un optional.Ebbene, no. Non è un optional. Chi disegna tavole ci perde ore, giorni, settimane della sua vita e questo suo tempo e questa sua capacità devono essere ripagati adeguatamente. Le chiacchiere sulla crisi e sulle difficoltà economiche delle case editrici non possono, non devono attaccare. Qualunque azienda che non possa pagare i propri dipendenti è destinata a fallire, non a tirare avanti senza pagare coloro che vi lavorano. E le case editrici, che piaccia o meno, sono aziende.Per me è scontato che non si lavora mai gratuitamente (altrimenti non è lavoro, è schiavitù - oppure un favore, quando avvenga tra amici); ma nel caso in cui qualcuno assicurasse un pagamento che poi non arriva, propongo di parlarne sempre, apertamente, pubblicamente, come sto cercando di fare io. E' solo con la chiarezza che si combattono questi sistemi torbidi.Mi rivolgo ai giovani fumettisti (soprattutto quelli in stile manga: sono ancora più in difficoltà, se possibile), perché quando sento ciance sui grandi sogni da realizzare anche a costo di lavorare gratis o di adattarsi a tutto, mi si attorcigliano le budella. Chiarisco subito: la pensavo - quasi - come voi. Ma non è la forma mentis giusta, ve lo assicuro. Chi non paga, su queste cose ci marcia. E quando capiterà a voi, non ci sarà sogno che tenga: vi sentirete umiliati, calpestati e offesi. Se davvero il vostro sogno è così grande e impossibile da scalfire, autopubblicatevi (anche in gruppo, per limitare le spese), oppure aspettate l'occasione giusta, magari all'estero. Imparate bene l'inglese, se è possibile anche il francese. Non calate le braghe per nessuno. Se il vostro lavoro ha davvero un valore, troverà la sua strada e verrà ricompensato nel modo giusto. E come già dissi una volta (scatenando un flame spaventoso), impegnatevi quanto più possibile per tenervi aperto un sentiero alternativo, una via di fuga: se infatti non vi riuscirà di "sfondare" nel fumetto e non avrete niente altro in mano, vi ritroverete con un pugno di mosche. Non sarà divertente, no.Larga la foglia, stretta la via, dite la vostra ché io ho detto la mia! :D
Have you had any similar experience, with a non-private commissioner (publishing house and such) not paying? Please share your thoughts.

Agli aspiranti fumettisti: sulla Coniglio editore :-)
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Dal momento che desidero, come molti altri, intraprendere la professione, e che il tempo degli idealismi è mio malgrado finito, mi sono posta diverse volte il problema.
Anche Mattia Bulgarelli, la cui preparazione è principalmente quella di un economista, si è posto il problema nel suo blog. Le conclusioni non sono rassicuranti. Si può fare qualcosa?
Sorry, this post is Italian only as it is about Italian legislation.

Anche Mattia Bulgarelli, la cui preparazione è principalmente quella di un economista, si è posto il problema nel suo blog. Le conclusioni non sono rassicuranti. Si può fare qualcosa?
Un fumettista ha diritto alla pensione?
Se sì, come?
L'argomento è davvero importante, perciò bando alle ciancie.
Le mie credenziali le sapete: laurea in Economia; lavoro nel settore assicurativo, in particolare per il risparmio e la previdenza individuale e per le piccole aziende; ho un sacco di amici fumettisti; la mia futura moglie, Manuela, è un'ex-fumettista (in futuro si vedrà) ed illustratrice freelance.
Questi amici e Manuela vorrebbero sapere se un giorno avranno mai la pensione, e alle prime indagini si sono accorti che è un ginepraio.
Partiamo dall'idea che mi sono fatto in più di un lustro di frequentazioni di professionisti del settore: i fumettisti sono una categoria in gravissimo svantaggio, dal punto di vista della forza contrattuale.
Sono sempre di più come numero: dozzine, forse centinaia, di nuovi autori escono dalle scuole di fumetto ogni anno.
Molti di loro sono pure bravi, pochi di loro hanno un'idea precisa di cosa voglia dire mettersi in proprio. Quasi nessuno ha una formazione di Diritto, di previdenza o di Economia in generale, neanche basilare, ed è normale e comprensibile: il vero problema è che, lavorando tendenzialmente separati, non sanno, spesso, a chi riferirsi per avere notizie affidabili su questi argomenti.
Gli editori italiani sono pochi e piccoli (Bonelli è un caso unico, fa genere e specie a sè), e, mediamente, non sono granché preparati in materia di previdenza.
E questo ancor prima di contare l' "allergia" che sembrano dimostrare verso i contratti in forma scritta, credendo, forse a ragione forse a torto, di avere una maggiore forza contrattuale sull'autore.
La tendenza degli ultimi anni è, per la basilare legge della domanda (di fumetti, calante) e dell'offerta (di disegnatori, crescente) di pagare sempre meno.
E non parliamo, perché non è l'argomento che m'interessa ora, del lungo elenco di casi di pagamenti arrivati parzialmente, in ritardo, o mai arrivati.
Oltre ad un ricavo per ora di lavoro decisamente modesto, che non gli fa venire certo voglia di pagare un avvocato o un commercialista per andare a caccia di soluzioni, il fumettista soffre anche di un problema che è fondamentale per stabilire se ci sarà una pensione oppure no: non sa cos'è e non sa cosa fa.
Il fumettista è un artigiano?
Il fumettista è un libero professionista?
Il fumettista vende diritti d'autore?
Il fumettista vende prodotti finiti?
Un colorista, che compie una parte intermedia del lavoro necessario tra l'idea e la stampa, svolge un lavoro classificabile come "opera dell'ingegno"?
La questione non è una futile catalogazione da entomologo, ma crea differenze maledettamente concrete nei diritti e negli obblighi che il fumettista ha con il fisco, con l'INPS e, naturalmente, con l'editore.
A questo aggiungiamo anche la spinosa faccenda che, alla mancanza di un contratto scritto, spesso si tende a classificare i lavori come Co.Co.O., anche quando il lavoro del fumettista è, beh, un vero lavoro, a tempo pieno, che richiede una preparazione specifica, non diversamente dal mestiere dello scrittore o del pittore.
Aggiungiamo che la normativa italiana sul diritto d'autore è orribilmente vecchia e lacunosa, e che tutte le raccolte di leggi (non solo sul diritto d'autore) online sono parziali, poco aggiornate, e tutte non ufficiali.
Le migliori sono quelle aggiornate da società private specializzate, per le quali bisogna pagare gli aggiornamenti.
Inizia una nuova grande missione: cercare di capirci qualcosa!
Nel prossimo episodio: Cos'è una Pensione e chi ha diritto ad averla?
Sorry, this post is Italian only as it is about Italian legislation.
Can an Italian comic artist go into retirement? Is it his right? Apparently not.
From Mattia Bulgarelli's blog, a reflection about this. Mattia speaks excellent English and in case you are interested, he can explain the matter for you.

I fumettisti hanno diritto alla pensione?
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Aronauta © Fabrizio De Fabritiis/Emmetre Service
Here's page 18 from "Aronauta" colored by me. Drawing by Manuela Soriani! Manuela is getting better by the day, and I... well, I try to keep up!

Aronauta 18
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...del progetto che sto facendo in questo momento al lavoro. Questi due disegni stanno appesi dietro la mia scrivania, e penso facciano capire bene a tutti cosa ne penso.
Ho levato il nome del progetto dalla vignetta del teschio perchè non lo posso rivelare. Sorry! ^_^' Voi metteteci il nome di qualcosa che vi fa girare le scatole. :D

Non sono troppo entusiasta...