Tutto è più bello coi coniglietti!
I colori e i disegni del kimono sono stati ispirati da delle stampe di Hokusai, "Toeletta d'estate" e alcune tra le molte figure di donne allo specchio da lui dipinte.
Molti anni fa, un'amica aveva creato per prima questo tipo di illustrazione, ma nel suo caso si trattava di una mamma gatta. Ho dovuto provare la mia versione con una mamma coniglia! <3
Everything's just better with bunnies!
Kimono colors and patterns were inspired by prints from Hokusai, both of them called "Woman looking in the mirror" (he painted several of those).
The concept of this illustration was first developed by a friend of mine many years ago (9 at least), but in her case it was a cat. I just had to try my own rabbit version.<3
Kimono colors and patterns were inspired by prints from Hokusai, both of them called "Woman looking in the mirror" (he painted several of those).
The concept of this illustration was first developed by a friend of mine many years ago (9 at least), but in her case it was a cat. I just had to try my own rabbit version.<3
Mamma coniglia
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SAI
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Continua l'indagine di Mattia Bulgarelli sulla condizione dei lavoratori nel mondo del fumetto in Italia e sulla loro (scarsa, sembra...) prospettiva di ricevere, un giorno, una pensione.
Il post originale è qui. Rispondete al suo sondaggio e diffondetelo tra gli amici e conoscenti che lavorano nel mondo del fumetto, per favore.
New post about the world of comic in Italy and retirement rights, courtesy of Mattia Bulgarelli.
If any of your friends works in comics and lives in Italy, please make him/her read this post.
Il post originale è qui. Rispondete al suo sondaggio e diffondetelo tra gli amici e conoscenti che lavorano nel mondo del fumetto, per favore.
Come parte delle mie ricerche sul lavoro nel mondo del fumetto e dell'illustrazione, mi sono imbattuto in questa notizia del sito AFnews:
Sei un professionista del fumetto? Allora leggi qui!
La notizia è del 1/10/2010, un tre mesi fa scarsi, e fa riferimento ad un'indagine dell'IRES (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali, una "costola" della CGIL) sulle condizioni di lavoro.
Perciò, se lavorate nel mondo del fumetto e/o dell'illustrazione, un campo praticamente sconosciuto al legislatore, compilate il questionario indicato qui sotto, e chissà che, una voce alla volta, il disegnatore artistico non venga in qualche modo considerato.
Ah, il questionario ha anche un'utilità più diretta per voi: mettervi la pulce nell'orecchio su quante cose bisogna avere presente per fare un lavoro in modo serio e senza preoccupazioni legali.
Buona stesura!
New post about the world of comic in Italy and retirement rights, courtesy of Mattia Bulgarelli.
If any of your friends works in comics and lives in Italy, please make him/her read this post.
Hoffnung: Indagine fumetto e pensione
Post spudoratamente ripreso dal blog di Enry, visto che in Italia c'è la pessima abitudine di pensare che gli artisti vivano d'aria e d'aMMore, e che di conseguenza qualsiasi cosa gli chiederete la faranno aggratis. Tanto è un lavoro che non costa alcuno sforzo, fa tutto il computer, no? [/sarcasmo]
Edit: In data 20 gennaio il pagamento dovuto a Enry risulta essere accreditato. Evidentemente mettere allo scoperto questo tipo di comportamenti paga.
Once again, this post is mostly in Italian as it is about a peculiarly Italian situation. Italian editors and publishing houses seem to think that comic artists live off air and love, and therefore they can be paid late, for a part of the accorded price, or not at all. Nice, huh? I suppose anywhere else such people would end up with nobody working for them, but not in Italy. Go figure...
Have you had any similar experience, with a non-private commissioner (publishing house and such) not paying? Please share your thoughts.
Edit: In data 20 gennaio il pagamento dovuto a Enry risulta essere accreditato. Evidentemente mettere allo scoperto questo tipo di comportamenti paga.
Beh, meglio tardi che mai.La maggior parte di voi già sapranno tutto quanto, eppure voglio ugualmente parlare di questa mia esperienza, perché magari può essere utile a qualcuno. Ho in mente soprattutto i giovani fumettisti, che sono molto esposti a questo genere di tranelli. Ne approfitterò per un discorso più generale sul valore del lavoro del fumettista. Dovrò per forza nominare delle altre persone coinvolte, spero che comprenderanno. :)Come sapete, a giugno e a settembre 2009 uscirono due numeri di Mangaka, la rivista della Coniglio Editore che voleva provare a pubblicare degli autori di "manga occidentale", soprattutto italiani. Una lodevole iniziativa, in realtà già perdente in partenza per una serie di fattori: disomogeneità del target a cui la pubblicazione era destinata, prezzo troppo alto, fumetti troppo brevi, troppe "rubriche" a cui i lettori non erano interessati, limitata distribuzione anche nelle edicole delle grandi città e, ultima ma non ultima, una lunga tradizione di fallimenti delle riviste-contenitore nel nostro paese. Dopo appena due numeri, l'uscita di Mangaka venne interrotta. Questo è il triste finale della nostra storia. Ma ora torniamo all'inizio.Per il lancio della rivista furono contattati diversi autori di "manga italiano", tra cui ad esempio Massimo dall'Oglio (sceneggiato da Andrea Iovinelli), Federica di Meo e me medesima. A me era stato assicurato un compenso di 50 euro a tavola. Non sono al corrente del compenso che era stato promesso agli altri, ma so per certo che alla fine non ricevettero niente, esattamente come me. Dopo tanti mesi e numerose mail senza risposta o quasi, posso affermare per certo che la Coniglio Editore con noi ha chiuso così e non ha alcuna intenzione di pagare per il lavoro svolto, né ora né mai. Per assicurarmene, ho recentemente (si fa per dire) mandato una ennesima mail direttamente a Francesco Coniglio; mail che, come previsto, non è stata seguita da alcuna risposta.Il problema, cari aspiranti (ma anche affermati, purtroppo) fumettisti, è che il nostro è considerato un non-lavoro. Il fatto che gli editori ci campino, sulle tavole che noi disegnamo, non ha alcuna importanza. Perché se perdono un disegnatore, ne avranno subito un intero esercito pronto anche a lavorare gratis, all'occasione. La stampa si deve pagare. La distribuzione si deve pagare. Pagare l'autore, invece, è un optional.Ebbene, no. Non è un optional. Chi disegna tavole ci perde ore, giorni, settimane della sua vita e questo suo tempo e questa sua capacità devono essere ripagati adeguatamente. Le chiacchiere sulla crisi e sulle difficoltà economiche delle case editrici non possono, non devono attaccare. Qualunque azienda che non possa pagare i propri dipendenti è destinata a fallire, non a tirare avanti senza pagare coloro che vi lavorano. E le case editrici, che piaccia o meno, sono aziende.Per me è scontato che non si lavora mai gratuitamente (altrimenti non è lavoro, è schiavitù - oppure un favore, quando avvenga tra amici); ma nel caso in cui qualcuno assicurasse un pagamento che poi non arriva, propongo di parlarne sempre, apertamente, pubblicamente, come sto cercando di fare io. E' solo con la chiarezza che si combattono questi sistemi torbidi.Mi rivolgo ai giovani fumettisti (soprattutto quelli in stile manga: sono ancora più in difficoltà, se possibile), perché quando sento ciance sui grandi sogni da realizzare anche a costo di lavorare gratis o di adattarsi a tutto, mi si attorcigliano le budella. Chiarisco subito: la pensavo - quasi - come voi. Ma non è la forma mentis giusta, ve lo assicuro. Chi non paga, su queste cose ci marcia. E quando capiterà a voi, non ci sarà sogno che tenga: vi sentirete umiliati, calpestati e offesi. Se davvero il vostro sogno è così grande e impossibile da scalfire, autopubblicatevi (anche in gruppo, per limitare le spese), oppure aspettate l'occasione giusta, magari all'estero. Imparate bene l'inglese, se è possibile anche il francese. Non calate le braghe per nessuno. Se il vostro lavoro ha davvero un valore, troverà la sua strada e verrà ricompensato nel modo giusto. E come già dissi una volta (scatenando un flame spaventoso), impegnatevi quanto più possibile per tenervi aperto un sentiero alternativo, una via di fuga: se infatti non vi riuscirà di "sfondare" nel fumetto e non avrete niente altro in mano, vi ritroverete con un pugno di mosche. Non sarà divertente, no.Larga la foglia, stretta la via, dite la vostra ché io ho detto la mia! :D
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Agli aspiranti fumettisti: sulla Coniglio editore :-)
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Dal momento che desidero, come molti altri, intraprendere la professione, e che il tempo degli idealismi è mio malgrado finito, mi sono posta diverse volte il problema.
Anche Mattia Bulgarelli, la cui preparazione è principalmente quella di un economista, si è posto il problema nel suo blog. Le conclusioni non sono rassicuranti. Si può fare qualcosa?
Sorry, this post is Italian only as it is about Italian legislation.
Anche Mattia Bulgarelli, la cui preparazione è principalmente quella di un economista, si è posto il problema nel suo blog. Le conclusioni non sono rassicuranti. Si può fare qualcosa?
Un fumettista ha diritto alla pensione?
Se sì, come?
L'argomento è davvero importante, perciò bando alle ciancie.
Le mie credenziali le sapete: laurea in Economia; lavoro nel settore assicurativo, in particolare per il risparmio e la previdenza individuale e per le piccole aziende; ho un sacco di amici fumettisti; la mia futura moglie, Manuela, è un'ex-fumettista (in futuro si vedrà) ed illustratrice freelance.
Questi amici e Manuela vorrebbero sapere se un giorno avranno mai la pensione, e alle prime indagini si sono accorti che è un ginepraio.
Partiamo dall'idea che mi sono fatto in più di un lustro di frequentazioni di professionisti del settore: i fumettisti sono una categoria in gravissimo svantaggio, dal punto di vista della forza contrattuale.
Sono sempre di più come numero: dozzine, forse centinaia, di nuovi autori escono dalle scuole di fumetto ogni anno.
Molti di loro sono pure bravi, pochi di loro hanno un'idea precisa di cosa voglia dire mettersi in proprio. Quasi nessuno ha una formazione di Diritto, di previdenza o di Economia in generale, neanche basilare, ed è normale e comprensibile: il vero problema è che, lavorando tendenzialmente separati, non sanno, spesso, a chi riferirsi per avere notizie affidabili su questi argomenti.
Gli editori italiani sono pochi e piccoli (Bonelli è un caso unico, fa genere e specie a sè), e, mediamente, non sono granché preparati in materia di previdenza.
E questo ancor prima di contare l' "allergia" che sembrano dimostrare verso i contratti in forma scritta, credendo, forse a ragione forse a torto, di avere una maggiore forza contrattuale sull'autore.
La tendenza degli ultimi anni è, per la basilare legge della domanda (di fumetti, calante) e dell'offerta (di disegnatori, crescente) di pagare sempre meno.
E non parliamo, perché non è l'argomento che m'interessa ora, del lungo elenco di casi di pagamenti arrivati parzialmente, in ritardo, o mai arrivati.
Oltre ad un ricavo per ora di lavoro decisamente modesto, che non gli fa venire certo voglia di pagare un avvocato o un commercialista per andare a caccia di soluzioni, il fumettista soffre anche di un problema che è fondamentale per stabilire se ci sarà una pensione oppure no: non sa cos'è e non sa cosa fa.
Il fumettista è un artigiano?
Il fumettista è un libero professionista?
Il fumettista vende diritti d'autore?
Il fumettista vende prodotti finiti?
Un colorista, che compie una parte intermedia del lavoro necessario tra l'idea e la stampa, svolge un lavoro classificabile come "opera dell'ingegno"?
La questione non è una futile catalogazione da entomologo, ma crea differenze maledettamente concrete nei diritti e negli obblighi che il fumettista ha con il fisco, con l'INPS e, naturalmente, con l'editore.
A questo aggiungiamo anche la spinosa faccenda che, alla mancanza di un contratto scritto, spesso si tende a classificare i lavori come Co.Co.O., anche quando il lavoro del fumettista è, beh, un vero lavoro, a tempo pieno, che richiede una preparazione specifica, non diversamente dal mestiere dello scrittore o del pittore.
Aggiungiamo che la normativa italiana sul diritto d'autore è orribilmente vecchia e lacunosa, e che tutte le raccolte di leggi (non solo sul diritto d'autore) online sono parziali, poco aggiornate, e tutte non ufficiali.
Le migliori sono quelle aggiornate da società private specializzate, per le quali bisogna pagare gli aggiornamenti.
Inizia una nuova grande missione: cercare di capirci qualcosa!
Nel prossimo episodio: Cos'è una Pensione e chi ha diritto ad averla?
Sorry, this post is Italian only as it is about Italian legislation.
Can an Italian comic artist go into retirement? Is it his right? Apparently not.
From Mattia Bulgarelli's blog, a reflection about this. Mattia speaks excellent English and in case you are interested, he can explain the matter for you.
I fumettisti hanno diritto alla pensione?
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Quest'anno, per lo zodiaco cinese, sarà l'anno del Coniglio. Non credo nell'astrologia né negli oroscopi, ma per i coniglietti ogni scusa è buona! Enjoy! ;-)
(Non serve dire che il modello per il coniglio è Mango.)
This year, according to Chinese zodiac, is the Year of the Rabbit. I don't believe in astrology ot horoscopes, but every excuse is good to post a rabbit! Enjoy! ;-)
(No need to say that the model for the bunny is Mango.)
Year of the rabbit
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Dove eravamo rimasti?
Cose carine che non mi ero prefissata, ma ho fatto ugualmente:
- Rimettermi a studiare giapponese: Magari... =_=
- Studiare anatomia: Poco.
- Spendere meno e mettere via un po' di soldini: Mah, risparmiato poco e problemi al lavoro... non ci siamo.
- Disegnare almeno un breve fumetto: Ho la sceneggiatura e un po' di layout. Insisti Mattia!
- Fare un portfolio: Iniziato, ma ben lungi dal finire.
- Diventare una fotografa migliore: Beh, un po' ci sono riuscita.
- Riprendere in mano gli acquerelli: Fatto, ma ci vuole più impegno!
- Migliorare l'autostima: *COFF* Stendiamo un vello peloso.
- Avere più costanza: La costanza è aumentata, ma non siamo certo ai livelli che mi ero prefissa!
Last year at this time I said in 2010 I wished to...
- Pick up Japanese again: I wish. =_=
- Study anatomy: Only a little.
- Spend less and save some money: I spent a lot and my bank account is pretty much the same. Not good.
- Draw at least one brief comic story: I have a script and some layouts. Keep insisting, Mattia!
- Make a portfolio: I started, but it's still far from complete.
- Become a better photographer: Well, I am a tiny bit better.
- Pick up watercolours again: Done. But I need to do that more often.
- Have more self esteem: Let's forget I said this, OK? I'll probably never have a decent amount.
- Have more perseverance: Well I did, but I'm still far from my objective.
Cose carine che non mi ero prefissata, ma ho fatto ugualmente:
- Frequentare delle ottime lezioni da colorista.
- Fare qualche lavoretto da colorista pagato.
- Riprendere lo studio della storia dell'arte, il che ha portato a:
- Iniziare a fare pace con la cultura occidentale.
- Ricominciare a leggere, e leggere di tutto.
- Convincere il moroso a prendere i coniglietti. In seguito, trasformarlo in un conigliaro appassionato!
Nice things I didn't plan doing, but I did anyway:
- Getting some good coloring lessons.
- Finding some paid colorist's jobs.
- Starting to study history of art again, which in turn caused me to:
- Start making peace with Western culture.
- Starting reading again, and reading lots of different things.
- Convincing boyfriend to take the rabbits, and turning him into a passionate rabbit lover!
Riepilogo lista dei buoni propositi 2010...